Terapia omeopatica, organoterapica, omotossicologica per avvelenamento nel cane.

Artù

Meticcio, anni 4. Avvelenamento.

Trattamento omeopatico con antiomotossici e organoterapici per necrosi apparato digerente nel cane

Artù, questo sfortunato meticcio, è stato davvero sospeso tra la vita e la morte, ma grazie alla perseveranza del suo proprietario, dell’equipe medica che gli prestato il primo soccorso, e, mi piace pensare, anche al mio supporto, oggi gode di ottima salute.

L’origine del suo male non è mai stato chiarito. Manifestò i primi sintomi una sera, al ritorno da una passeggiata ai giardini pubblici. Inappetenza, ipersalivazione, vomito con tracce ematiche, difficoltà di respirazione. Il proprietario lo portò di corsa in una clinica veterinaria, che ricoverò il cane d’urgenza, fornendo le prime essenziali cure per mantenerlo in vita.

Le indagini non furono risolutive. Si ipotizzò un avvelenamento di origine sconosciuta, o forse il cucciolo aveva inghiottito una processionaria. Il mattino fu portato in sala operatoria e fu sottoposto a broncoscopia e gastroscopia. Prelevarono anche campioni dal lavaggio polmonare e dallo stomaco per l’analisi istologica. Al termine dell’intervento il veterinario disse al proprietario che l’intero apparato digerente appariva necrotico e non era possibile stabilire quanto le mucose fossero state corrose. L’unica strada percorribile era una vigile attesa, terapie antinfiammatorie, antibiotiche e protettori gastrici.

Ma la prognosi restava riservata. Permaneva il serio rischio che le ulcere sulle pareti gastriche fossero troppo profonde perché il tessuto non si bucasse, portando alla morte l’animale.

Il proprietario, in comprensibile ansia per le sorti dell’animale, mi contattò chiedendo se ci fosse qualcosa che io potessi fare.

Suggerii Mucosa compositum, per stimolare le difese dell’organismo a fronte di affezioni delle mucose di varia natura, in special modo nel tratto gastrointestinale e nelle vie respiratorie superiori e inferiori, e Carbo vegetabilis injeel, indicato fra le altre cose in presenza di dispnea. I lavaggi bronchiali, pur se necessari, avevano lasciato residui che l’animale giornalmente espelleva dal naso rendendo difficile la respirazione.

Oggi noi non abbiamo modo di stabilire quanto il nostro supporto abbia influito positivamente sulla guarigione, ma sappiamo per certo che l’animale migliorò giorno dopo giorno contro ogni aspettativa.

Artù rimase ricoverato 10 giorni e vinse la sua battaglia.

Dopo le dimissioni affiancai ai protettori gastrici Nux Vomica, coadiuvante nel trattamento sintomatico e preventivo delle gastriti acide.

Oggi le sue vicissitudini sono solo un lontano ricordo.